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Stages e laboratori specialistici |
Ho sviluppato e continuo metodicamente a sviluppare la mia pedagogia
traendo la maggior parte delle ispirazioni da Jacques Lecoq, dai
suoi collaboratori, soprattutto Norman e Sandra, dalle esperienze
psicomotorie, di counseling e dagli “incontri”. La pedagogia è
infatti in continua evoluzione, non è mai conclusa, è aperta ad
integrazioni; diciamo che cresce con me. Se penso agli allievi di 20
anni fa, erano completamente diversi da quelli di oggi, mi adatto
quindi e di conseguenza alla attuale situazione presente. Seguo il
divenire, la base teorica è utile; ma varia continuamente in base
alle persone con cui entro in contatto.
Partendo da un lavoro di consapevolezza corporea con analisi del
movimento, padronanza del gesto e mimo: sostengo l'attore nella
creazione teatrale, basata soprattutto sulle improvvisazioni. Il
corpo viene percepito, considerato, analizzato, vissuto, con un
approccio globale, ed immediatamente si comprende che è il nostro
principale strumento di comunicazione.
L'esperienza e lo studio del corpo in movimento nello spazio sono
fondamentali.
Stimolo i partecipanti ad osservare la vita e la natura umana come
spunto d'ispirazione sia per la scena che per il proprio benessere
personale. Ogni incontro, stage o laboratorio che conduco è un
viaggio che solitamente continua nel partecipante anche nella sua
quotidianità.
Spesso dico <<lascia che quest'incontro lavori dentro di te, vedrai
ci lavorerai per mesi....>>. Anche in questo caso sono strettamente
collegata al mio maestro che a conclusione del percorso formativo ci
ha detto che “il lavoro interno in realtà inizia ora, che tornate
nei vostri paesi, probabilmente solo dopo molti anni vi renderete
conto...” E così è stato: dopo 10 anni mi sono resa conto del valore
di quanto avevo fatto a Parigi, è stata un'esperienza talmente
intensa che ho avuto bisogno di tempo per comprenderla e
assimilarla!
Così avviene anche nei miei ex-allievi, a distanza di anni mi
contattano per comunicarmi piccole “scoperte” che hanno fatto.
Il teatro è un gioco, il gioco teatrale, il ri-gioco della vita
quotidiana. Stimolo quindi gli attori all'osservazione ma anche alla
trasposizione di ciò che si è osservato in scena, per un pubblico,
un altro da me, che mi guarda, che vuole essere “divertito” (di-ver-ti-re:
(de) allontanamento (vertere) volgere. Quindi volgere altrove,
deviare).
Fornendo strumenti espressivi, tecniche teatrali, lascio moltissimo
spazio alla creatività di ognuno. L'obiettivo della pedagogia è
anche quello di “formare consapevolezza”, questo avviene con
tecniche di mindfulness, counseling e psicomotorie.
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