BILINGUISMO
Bilinguismo
Sono cresciuta con due lingue. A casa i miei genitori parlavano inglese tra di loro, (papà italiano e mamma americana), mentre con noi 3 figli, italiano, mio padre ed inglese mia madre. Il bilinguismo è stata sicuramente una risorsa per me, un dono di cui mi sono resa conto quando ero adulta.
A scuola avevo leggere difficoltà in italiano scritto. Pensavo che la colpa fosse dell’inglese a casa.
Anche se notavo che la mia amichetta del cuore, indiana, parlava inglese a casa come me aveva dieci. In realtà la mia difficoltà scolastica era dovuta alla forte inibizione e al fatto che la mia “casa” non era un luogo sereno dove potevo concentrarmi sui compiti.
Ricordo che quando il mio fratellino, di 5 anni più piccolo di me, era in prima elementare, parlava “misto”; ci è stato consigliato di parlare solo italiano per alcuni mesi. Ad eccezione di quel periodo ho sempre parlato inglese con mia madre fino a quando, nel pieno dell’adolescenza, caratterizzato da opposizione, rifiuto ed identificazione nel mio gruppo di amici, mi sono rivolta a lei solo in italiano.
Al liceo, frequentavo il terzo anno del linguistico (ed ovviamente l’inglese non lo studiavo), la professoressa a fine anno era in crisi: <<Treves, tu hai 10 in orale e 5 in scritto, che faccio?>> con meraviglia delle mie compagne le ho risposto: <<Prof, se lei non mi rimanda io non studierò mai la grammatica>>, e così fu. Quell’estate sono andata a ripetizioni di inglese, ho studiato grammatica tutti i giorni per due mesi.
L’anno successivo avevo 8 anche in scritto ed ora sono contenta di poter esprimermi anche con la scrittura. Dai 16 ai 34 anni, parlavo italiano con mia madre ma usavo l’inglese nelle mie permanenze all’estero per i corsi che frequentavo, nei viaggi, con i miei amici internazionali. Non mi sono mai posta il problema del “bilinguismo”.
Il 7 luglio 1997, nasce mia figlia. Non so cosa mi sia successo, ma appena l’ho tenuta in braccio le ho detto <<sweetie, finally we meet>>. La lingua materna è tornata da sola. Dalla nascita di mia figlia, da quando sono diventata madre ho iniziato a parlare inglese con mia madre. Interessante,no? Comunque ho poi approfondito il tema del bilinguismo per non fare “errori” con mia figlia.
Ho scoperto che ci sono, come in tante situazioni, due correnti di pensiero, chi è favorevole e chi no. Ho seguito quindi il mio istinto ed ho deciso di parlare solo inglese con i miei figli. Vivendo in Grecia e frequentando un ambiente internazionale, ho incontrato bambini che parlavano due, tre lingue. C’era chi aveva problemi e chi no. Ho scoperto quindi che il bilinguismo funziona e non crea grosse difficoltà se il genitore, la nonna, l’adulto, si rivolge al bambino sempre nella lingua madre. Sempre.
Credo che l’apprendimento di una seconda lingua avvenga spontaneamente prima dei tre anni di vita e che l’eta in cui viene introdotta abbia degli effetti importanti sullo sviluppo e sul funzionamento del cervello e sul modo in cui gestisce molti altri stimoli. Ho studiato francese e greco, ho vissuto in Francia ed in Grecia, parlo quindi correntemente anche queste due lingue (anche se il greco, praticandolo di meno, sto iniziando a perderlo…). A volte quando inizio a parlarne una piuttosto che l’altra, confondo i vocaboli, le frasi. Questa confusione non dura molto. Ciò non avviene mai con l’inglese che è una mia lingua madre.