ENURESI e ENCOPRESI
Che parolone per dire semplicemente: “farsi la pipì o la cacca addosso”…
Ma qui c’è tutto un mondo.
Potremmo anche dire trattenere la pipì così tanto che poi…me la faccio addosso, oppure, la trattengo e basta.
<> – BASTA!
Così non va bene.
I nostri figli ci comunicano anche con la cacca e la pipì se c’è qualcosa che non va.
Margherita ha tre anni a mezzo e da circa uno non vuole più fare i suoi bisogni, soprattutto la “cacca”. Passa le giornate negli angoli della casa e della scuola stringendo il sederino…….
Marco è aggressivo, non sta mai fermo, farà solo una o due pipì al giorno, a volte si fa la pipì
addosso…
Mariolina, 4 anni, da quando è nata la sorellina, non fa più la cacca nel vasino, rivuole il pannolino….
Bhè, ecco, Gianni, ha 6 anni e si fa la cacca addosso, ma è allergico a tanti alimenti, quindi…
Pensiamo al potere di questi bambini. Siamo impotenti di fronte a loro. I bambini ci mettono alla prova, vogliono vedere fino a che punto reggiamo, vogliono vedere se siamo in grado di “contenere” anche le loro pulsioni e le loro emozioni più forti. Paura, rabbia, gelosia, ecc.
Dinamiche che se non vengono affrontate subito si trascinano per mesi, a volte anni, e diventano delle patologie più difficili da risolvere.
Tantissimi genitori che mi seguono sono diventati esperti su questi temi. Già durante la raccolta dei dati anamnestici chiedo al genitore <>, sembrerebbe una domanda più da pediatra, infatti alcuni di loro mi guardano sbalorditi. Ma dietro alla “stitichezza”
si nascondono tante dinamiche che se affrontate potrebbero essere utili al benessere dell’intera famiglia.
L’Encopresi è un disturbo contraddistinto dalla emissione involontaria di feci in bambini fra i 4 ed i 16 anni. É’ provocata da un trattenimento delle feci e da una successiva contrazione dei muscoli del retto ad eliminare il blocco formatosi. Il bambino non ha il controllo volontario su questa contrazione, per questo che si sporca! Le cause possono essere sia siche che psicologiche.
A livello fisiologico vi può essere una costipazione e ritenzione di feci cronica, ovvero feci dure che provocano il loro stesso trattenimento (oltretutto più esse rimangono nel corpo e più diventano dure per l’assorbimento di liquido da parte dell’intestino). Inoltre il dolore ad espellerle provoca paura ed ulteriore ritenzione, creando un circolo vizioso psico-fisico.
A livello psichico ci possono invece essere, oltre alla paura verso la defecazione, le preoccupazioni dei genitori e la presenza di emozioni non espresse.
L’Enuresi notturna, invece, consiste nella perdita involontaria e completa di urina durante il sonno in un’età (5-6 anni) in cui la maggior parte dei bambini ha ormai acquisito il controllo degli sfinteri. Per enuresi notturna non si intende però la saltuaria e sporadica emissione di urine durante la notte, ma questo problema deve presentarsi con una certa frequenza e dopo i 5 anni.
In questo caso il genitore non dovrebbe mai sgridare il bambino, se ha avuto lo stesso problema glielo può comunicare, questo può avere un e etto rassicurante. Non è utile svegliare il bambino durante la notte, casomai controllare che abbia svuotato bene la vescica prima di coricarsi e che non beva troppo, onde non aumentare il volume della vescica.
Trattenere la pipì ed enuresi, trattenere la cacca ed encopresi sono segnali che vanno ascoltati immediatamente per non ritrovarsi a dover affrontare in futuro situazioni gravi.
Il mio appello, quindi, è per voi, genitori.
Se vi rendete conto che vostro figlio vi sta comunicando qualcosa con una di queste “modalità fisiologiche ma profondamente psicologiche”, chiedete aiuto ad un esperto che vi possa dare le giuste indicazioni per sbloccare la situazione.
Ringrazio bambini e genitori per le fortissime emozioni che mi hanno regalato “facendo la cacca nel vasino”, non trattenendo più la pipì ma trattenendo le “puzzette” e non sporcando più mutande e lenzuola.
Grazie!
Commenti
Dottoressa buongiorno, sono la mamma di due bimbi di 2 e 3 anni che ha appena finito di leggere il suo articolo. Ho passato la mattina nella ricerca compulsiva di parole confortanti sull’argomento cacca addosso, non le ho trovate. Nessuno che ti dica: tranquilla, fai così, dì questa parola, e tuo figlio smetterà immediatamente di avere questo problema. Andrà al bagno come sa fare benissimo da due anni e smetterà di farti quello che a te ormai sembra un dispetto più che un segnale di disagio….Volevi la mia attenzione bimbo mio? Beh, ce l’hai, ora ti detesto. A furia di lavare mutande e pantaloni sporchi di cacca sapendo che sei perfettamente in grado di farla al bagno….quello che provo io è un mix di ansia (quest’anno cambierai scuola e nessuno, semplicemente, ti cambierà), rabbia (tu sei il fratello grande porca miseria tu hai tolto il pannolino e tu devi andare al bagno), pena(come puoi scegliere di farti questo? umiliazione, disagio, fastidio, schifo…perché ti fai questo e, di nuovo rabbia, perché lo fai a me???!!! senso di colpa (lavoro e devo lasciarti, a scuola o con la baby sitter, insomma se fossi lì con te e non ti lasciassi mai non avresti questi problemi…, impotenza : “devi fare qualcosa!” “Cosa pensa di fare?”
Non ne ho idea. Non so cosa fare. So di essere parte del problema. So che se non gli dessi tutto questo peso il problema scomparirebbe….ma così non è stato. E’ sempre ricomparso, mai sopito. E non dargli peso sembra non occuparsi del problema, non vederlo. Come si può non vedere la cacca quando ti tocca pulirla ogni santo giorno?
“Non arrabbiatevi, non sgridatelo”
Non mi arrabbio per una settimana, magari. Magari smette per un po’. E io sento una leggerezza incredibile: il problema non c’è più!!! E poi…una colite, il cambio di una routine, un’influenza iintestinale…il problema ricompare e resta lì giusto quel tanto da farti ricordare che non lo hai mai davvero risolto.
Ho fatto tutti gli errorri che si possano fare: l’ho sgridato, umiliato, gli ho dato quello che forse voleva, la mia attenzione negativa, il mio odio. E gli ho dato anche amore, tanto. Ho seguito anche i consigli…capisco che è geloso della sorella, capisco che è un disagio per lui, capisco che è molto un mio problema, so che se sapessi come gestirlo lui non lo farebbe più.
Non so a quando risale il suo post. Mi sono sfogata perché non ne posso più di leggere di mamme meravigliose che non si arrabbiano mai, di sentire consigli che so che non ho più la forza di seguire. E che non lo risolvono. Vorrei sapere cosa fare, e “rivolgetevi a uno specialista” non è sufficiente. Mi rivolgo a lei. Grazie
p.s. Il mio bimbo non è stitico. Nessuno in famiglia lo è. A volte sembra che non voglia interrompere il gioco. La fa e nemmeno ce lo dice. Se la tiene addosso. Il mio psicanalista dice che deve avere un vantaggio nel farsela addosso. Ma sinceramnte, io questo vantaggio proprio non lo vedo. Questo problema tira fuori tutto quello che di brutto c’è in me.
Le ho risposto in privato!
Un abbraccio
Mirella