Esisteva già il coaching nel 1300?
Nella notte fra il giovedì santo, 7 aprile 1300, e l’alba del venerdì santo, 8 aprile, Dante si perde in una selva oscura.
Egli ha 35 anni, è a metà della vita, se si considera la durata di essa (per la Bibbia: 70 anni i forti).
È a questo punto cruciale dell’esistenza che si smarrisce in una valle tenebrosa, quella del peccato, pieno di sonno (l’indifferenza morale), a causa del quale Dante non riesce a spiegare come entrò in quella selva
Ed ecco il colle “dilettoso” apparire ai suoi occhi proprio nel momento della disperazione, ma tre fiere si frappongono tra lui e la salvezza: una lonza, un leone e una lupa, rispettivamente allegorie della sensualità, della superbia e dell’avidità. La terza belva, causa di tutti i mali del mondo, quindi peggiore e più pericolosa della stessa superbia e dei sensi, gli fa perdere la speranza dell’altezza.
Ma ecco la bontà Divina accorrere in suo aiuto, perché il pentimento di Dante è sincero.
Appare, sulla cima del colle, VIRGILIO