La GERONTOPSICOMOTRICITÀ

il valore della mediazione corporea

Proposta psicomotoria rivolta ad un gruppo di donne e uomini con età compresa tra gli 80 e i 100 anni, persone che con l’avanzare dell’età iniziano a percepire un decadimento fisico, a volte cognitivo. Lo scopo è di favorire il benessere psico-fisico.

I partecipanti fanno esperienza del proprio corpo in termini positivi e piacevoli attraverso il movimento (quello possibile a ciascuno), il gioco, il contatto e l’ascolto delle proprie sensazioni. Mettere il corpo in condizioni di comunicare e di esprimersi attraverso canali non verbali può favorire l’espressione dei vissuti personali, rimettere in moto energie vitali assopite, procurare un senso di benessere sia fisico che psichico, creare o rinforzare relazioni interpersonali.

Lo stereotipo dell’opinione comune considera l’anziano come naturalmente portato al ripiegamento su di sé e poco propenso alle nuove esperienze. Si comincia, tuttavia, a considerare la terza e quarta età come tempi utili per sperimentare nuove libertà, crescita psicologica e i piacevoli aspetti dell’esistenza prolungata; e, tra le varie attività suggerite, quella motoria ha certamente molte caratteristiche per essere inserita tra le fondamentali. La vita è movimento… E quando il movimento è impedito o richiede un grande sforzo fisico per essere realizzato, anche la vita sociale conosce dei limiti, l’orizzonte degli interessi si riduce, l’attenzione si circoscrive a persone, cose e avvenimenti vicini, raggiungibili.

L’attività è rivolta sia a persone lucide che confuse con deterioramento medio-lieve. Prevede un primo breve momento di dialogo su come è andata la settimana, al quale segue l’attività di psicomotricità vera e propria con svariate proposte.  Ciò che accomuna tutte le proposte è la dimensione del gioco, del movimento, dell’espressività personale e della relazione con i componenti del gruppo. In alcuni momenti l’attività viene accompagnata dalla musica. Sono attenta a cogliere le reazioni degli ospiti alle loro proposte per assecondare la direzione che essi stessi danno al gioco. La psicomotricità infatti promuove anche il gioco spontaneo, perché ricco di sorprese e di significati. L’attività si conclude con un breve momento di verbalizzazione, in cui i partecipanti sono invitati a dire come sono stati.

Motivazione

Quest’idea mi è nata dopo aver partecipato ad un convegno internazionale nel 2016 e l’anno successivo ad un seminario sempre internazionale in cui era presente il Prof. Juan Mila Demarchi, Specializzato in Gerontopsicomotricità, Direttore di Primer Infancia, Direzione Nazionale dell’Educazione, Ministero dell’Educazione e Cultura – Uruguay, Montevideo: un esperto internazionale di psicomotricità. In quel periodo mi occupavo di mio padre 88enne, affetto da Alzheimer che inizialmente risiedeva a Milano. In seguito lo abbiamo portato a San Benedetto dove vivevo con mio figlio ed abbiamo, con i miei fratelli organizzato la sua nuova vita. Ho sperimentato e scoperto con lui, soprattutto negli ultimi mesi della sua vita, un nuovo mondo in cui lo vedevo sereno e rinforzato da tutte le “terapie” familiari, i “laboratori”, i giochi psicomotori che gli proponevo con la complicità di badanti, figli e fratelli. Avevo in progetto di accogliere altri 5/6 suoi coetanei con disturbi simili con i caregivers. Purtroppo è mancato prima che potessi avviare il progetto. A distanza di 15 mesi dalla sua morte ho iniziato ad offrire parte di questa possibilità ad un gruppo di anziani.

Molti sono riusciti a fare esperienza del proprio corpo in termini positivi e piacevoli, rimettere in moto energie vitali assopite e a socializzare con modalità diversa.

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