DISTURBI DEL LINGUAGGIO
Disturbo del linguaggio
L’ho visto a 6 mesi, qualcosa non andava, ma come dirlo ai genitori, con quale modalità? Ero direttamente coinvolta. L’ho visto ad un anno, ero certa che qualcosa non andava…..già mi facevo il film del suo futuro, me lo vedevo alla materna, alle elementari, ora me lo immagino alle medie, ed ha solo 7 anni.
I genitori hanno chiesto aiuto quando si sono resi conto, nonostante le mie continue sollecitazioni – alla fine non ho resistito. Si sono rivolti ad una bravissima logopedista che ha cercato di stimolarlo globalmente, ma, è ancora in ballo, ha l’insegnante di sostegno, spesso salta e corre ovunque, altre volte è un piccolo uomo silenzioso.
Il linguaggio è solo un aspetto della nostra persona. Noi siamo corpo, movimento, mente e cuore. Il linguaggio è lo strumento che apprendiamo per comunicare verbalmente con gli altri.
I bambini, e pure gli adulti, comunicano anche e soprattutto con il corpo: il tono, la postura, la tensione, l’armonia o la disarmonia del movimento, le reazioni, i riflessi….
Perchè alcuni genitori si rendono conto della difficoltà del loro figlio solo quando non parla o parla male?
Perchè capita che sebbene non riescano a gestirlo con tranquillità già prima dei 3 anni, si lasciano rassicurare da amici, parenti e dalle loro convinzioni personali, (tanti bambini parlano tardi), anzichè chiedere aiuto e prevenire difficoltà più grandi?
E perchè, quando lo portano dalla logopedista che gli fa notare che il linguaggio è solo un aspetto delle difficoltà del bambino fanno tanta fatica a prenderne atto?
La definizione di ritardo o disturbo del linguaggio in età evolutiva è utilizzata per quadri clinici e situazioni molto eterogenee. Questo disturbo può essere collegato a deficit cognitivi, sensoriali, motori, affettivi e ad importanti carenze socio-ambientali, spesso associato a difficoltà di coordinazione motoria e a disturbi dell’attenzione. Se non vengono precocemente diagnosticati e trattati in maniera adeguata i bambini possono avere serie ripercussioni sul funzionamento individuale e sociale. Tra le conseguenze più frequenti vanno segnalate problematiche di tipo emotivo e comportamentale e, con l’ingresso nella scuola, difficoltà di apprendimento.
Non dobbiamo però confondere il disturbo di linguaggio con il disturbo specifico di linguaggio.
Il DSL è detto specifico perchè non è collegato ad altri disturbi evolutivi del bambino. Risponde molto bene al trattamento logopedico e risponde tanto meglio quanto è precoce l’intervento
riabilitativo, si può identificare anche prima dei 3 anni d’età. I bambini con DSA vengono spesso rimproverati per le loro difficoltà ed il loro disturbo non trova alcuna legittimazione e ciò può portare, anche in questo caso, a conseguenze serie come: disturbi del comportamento, disturbi emotivi e dispersione scolastica.
É molto importante osservare nostro figlio! Osserviamo il suo sviluppo psicomotorio globale, la sua modalità relazionale. Se il bambino manifesta comportamenti che per noi genitori sono troppo difficili da gestire e che rendono il nostro “tempo” con loro uno stress, confrontiamoci con qualcuno che possa darci delle indicazioni. Può darsi che abbiamo solo bisogno di alcuni consigli sul nostro mestiere di “essere genitore”, in quel caso ci vuole poco a “raddrizzare il tiro”, oppure può essere che nostro figlio ci stia comunicando un disagio più grosso. Se interveniamo precocemente possiamo evitare tanta fatica e sofferenza per noi, ma soprattutto per lui.
Lo sviluppo del linguaggio non è uguale a tutti i bambini, ci sono sia i fattori ambientali (minore o maggiore stimolazione in famiglia, inserimento precoce a scuola, presenza di fratelli o sorelle, eccetera) che quelli biologici che ne determinano le tappe.
Comunque, tanto per aver un’indicazione di massima, intorno ai 24 mesi il bambino inizia a formare le prime frasi (combinazione di 2 parole, spesso associate ad un gesto), verso i 30 mesi aumenta il vocabolario con un’esplosione del linguaggio e produce frasi con due o tre parole. Se vostro figlio intorno ai tre anni non ha una produzione adeguata, secondo i parametri sopramenzionati, il mio consiglio è di farlo valutare da uno specialista. In qualsiasi caso è importante non parlare davanti al bambino delle sue difficoltà, non interromperlo dicendogli che si è già capito, aiutarlo ad esprimersi, senza correggerlo ma riformulando correttamente la frase nel rispondergli.
Ogni persona è unica, ogni persona con disturbo del linguaggio è unica, non esistono interventi standard, si lavora caso per caso. Questo tipo di intervento richiede immaginazione, apertura mentale, intraprendenza, capacità di mettersi in discussione davanti ad ogni soggetto; ciò è quanto viene richiesto a coloro che (logopedisti, psicomotricisti, genitori, insegnanti) lavorano con il linguaggio. Nella valutazione del linguaggio occorre non limitarsi all’individuazione della disfunzione, ma prestare attenzione alle potenzialità comunicative. Affrontare i disturbi di
linguaggio significa anche andare alla ricerca di nuovi spazi e modalità di collaborazione tra i diversi partner (famiglia, insegnanti, logopedisti, soggetti in difficoltà) per coordinare interventi mirati a prevenire e a curare le difficoltà di comunicazione e di apprendimento.