SQUADRA:professionale e personale
Com’ è difficile ….
essere professionisti, lavorare in squadra, soprattutto per gli sportivi e riuscire a distinguere il “personale”, la nostra vita privata con tutto ciò che è connesso, dall’ambito professionale!
Eppure le formiche ci riescono! Se le guardiamo intente nel raggiungimento di un obiettivo sono così determinate, chiare e, seppur piccole, hanno una forza incredibile. Da dove viene questa forza? Dal senso di appartenenza ? Chissà!
Una squadra di giocatori , che si allena insieme, che vive insieme, alcuni condividono l’appartamento, si consumano i pasti insieme, ci si sente soli insieme, si creano relazioni, gelosie, i “non detto” confondono, rompono, i “detto” a volte sono troppo brutali. Il gruppo si rompe, si creano sotto gruppi carichi di emozioni, spesso negative, non direttamente collegate al gioco. E poi, si scende in campo……Come si fa a vincere? Difficilissimo, quasi impossibile. Riuscire a lasciare fuori dal campo tutto ciò è un’ impresa ardua. Ma possibile, soprattutto se si è offerto alla squadra un percorso di MENTAL GROUP COACHING in cui ogni elemento riesce a ritrovare la sua collocazione, rispettando i ruoli dei protagonisti e sentendo che è accolto e riconosciuto nella sua globalità.
Il mio consiglio? Non mischiare il professionale con il personale. Questo vuol dire di pensare bene ed a lungo prima di perdersi in un amore con un collega, prima di socializzare ed aprire il proprio cuore con i propri compagni di squadra. Non cercare nell’altro la risposta ad un tuo bisogno personale, e se questo non è possibile, prima dell’allenamento, prima di entrare in campo, concentrati e lascia tutto fuori. Sono sicura che non vuoi permettere interferenze negative con la tua prestazione!